Vi presentiamo una raccolta delle frasi più belle di Piero Pelù, tratte sia dalle sue canzoni che dalle interviste.
Piero Pelù è uno dei pochi cantautori rock che vanta l’Italia. Dai tempi dei Litfiba ad oggi sono passati tanti anni, ma alcune canzoni restano memorabili. Vi presentiamo una raccolta delle sue frasi più belle, tratte sia dai brani che dalle interviste.
Frasi tratte dalle canzoni di Piero Pelù
Classe 1962, Piero Pelù si è avvicinato alla musica, precisamente al rock, quando era ancora un bambino. I primi passi li ha mossi negli anni del liceo, quando è diventato il frontman della band Mugnions, ma il successo vero e proprio è esploso quando ha fondato i Litfiba insieme a Antonio Aiazzi (tastiere), Federico “Ghigo” Renzulli (chitarra), Francesco Calamai (batteria) e Gianni Maroccolo (basso).
I Litfiba, seppur con formazioni diverse, hanno suonato insieme fino al 1999, quando Piero ha intrapreso la carriera da solista. Nel 2009, Renzulli e Pelù hanno annunciato la reunion della band e sono tornati ad esibirsi in giro per li mondo. Il cantante fiorentino, nel frattempo, ha portato avanti anche la produzione discografica in solitaria. Di seguito, vi presentiamo una raccolta delle frasi tratte dalle canzoni più belle:
- Da grande cosa penso di fare? Non voglio smettere mai di sognare! (Bene bene male male)
- Io penso sempre all’ultimo dei prati, quando saremo tutti asfaltati. Penso anche all’ultimo dei fiumi, quando saremo tutti prosciugati. (Intossicato)
- Ti vorrei insegnare l’equilibrio sopra un mare che è sempre tempesta, per vivere il tuo tempo e starci bene dentro. (Vivere il mio tempo)
- Tu cerchi il tuo spazio più giusto nel tempo, qualcosa che accolga il tuo sentimento. (Luna dark)
- Donna meravigliosa, sei donna pericolosa, ti fondi e mi confondi. (Regina di cuori)
- E truccati gli occhi e affronta le tue ombre. (Elettrica)
- Tra sentieri e strade senza nome, lunga e complice oscurità, sei tu si tu sei tu la mia giuda. (Sette vite)
- Se guardo il cielo non lo sfioro neppure e il paradiso sembra un sogno da pazzi. (Corri)
- Vestita di alba e tempesta danzi tra le mie mani e scivoli lenta come neve. (Alba e tempesta)
- Ho distrutto il tempo perché il tempo è solo mio. (Il vento)
- Non abbassare lo sguardo con nessuno, tu puoi chiamarlo orgoglio, è la mia idea!. (Io ci sarò)
- Se non c’è sangue non c’è business perché chi paga vuole l’anima. (Toro Loco)
- E ti dicono sei pazzo, dico grazie al complimento. (No mai)
- Sono lo squalo, il vero squalo, un giorno io mi mangerò anche il mondo. (Squalo)
- Ehi tu, signore di tutto, sei solo schiavo di chi lì ti ci ha messo, simbolo e prova vivente tu di quanti usano il mondo coi muscoli e coi guanti. (Stesso futuro)
- Il mio presente è qua, tra le onde lunghe dei tuoi occhi. (Tra me e te)
- Siamo il mostro che avete creato, la canaglia che presenta il conto. Siamo gatti maleducati che ti tirano fuori le unghie. (Santi di periferia)
- Pericoloso è il sentiero del bosco, dove ogni ombra sembra vivere, e tu cammini da sola. Ma se ti perdi sono al tuo fianco. (La tela del ragno)
- Hai mai guardato l’oceano così denso e profondo? Le onde sono i suoi sogni, lui è il padrone del mondo. E in te io sento l’oceano, misteriosa e profonda. (Oceano)
- Il tempo imbroglia e cambia densità. Lui sembra darti tregua e poi non te la da’. Se resti fermo ti può ingannare, il tempo è fatto d’acqua e ti corroderà. (Ruggine)
- Gioca la tua partita, non sarà mai finita. La corsa col tempo in salita forse è la mia preferita. (Prendi in mano i tuoi anni)
- Siamo nati nel rombo del tuono, siamo i cavalieri di quel suono. Figli dello spirito animale, nati con un urlo di dolore. (Dio del tuono)
- Ho viaggiato nel freddo, faccia a faccia con la mia ombra che si gettava nel bianco velo del tempo. (Istanbul)
- A quali condizioni tu, con quali compromessi noi, parliamo del futuro dei nostri figli e di noi stessi? (Stesso futuro)
- È già difficile confessare, ma è più difficile lasciarsi andare! (Bene bene male male)
- Se questa vita non ti da più pace solo la pace può dar vita, è tutto quello che posso dire e che non voglio dimenticare. (Tacabanda)
- Nascere è dura e crescere si fa solo con devozione a la vida. (A la vida)
- È magica la luce che disegna le ombre, è magica la mente dove nasce la curiosità, di mondi sommersi, tutti da scoprire. E rinasce ogni attimo il congegno fantastico che goccia a goccia fa un mare dentro me. (Goccia a goccia)
Citazioni tratte dalle interviste
Oltre ad essere conosciuto per essere uno dei maggiori esponenti del rock italiano, Piero Pelù viene apprezzato anche per il suo modo di pensare, libero e senza censure. Di seguito, una raccolta delle sue frasi più pungenti tratte dalle interviste:
- Cos’è il rock? Libertà, rabbia positiva, ingenua ricerca utopica di verità e ironia. Il rock deve vedere il bicchiere mezzo vuoto: avere sete. E pochi compromessi. (…) Il rock è esplosione. Non implosione.
- Del berlusconismo non ci libereremo mai, come del fascismo. Nulla è più antipolitico dei nostri politici. Il Pdl, ma anche il Pd. Ho votato Di Pietro, domani non so. La mia utopia è avere tecnici veri, non come questi che colpiscono i pensionati e sfottono i giovani.
- In questo periodo ho combattuto la depressione e solo grazie alla Dea musica ne sono uscito, ho tirato fuori le unghie, i denti, sputato l’anima, scritto cose nuove e urgentissime e elaborato altre idee che erano rimaste chiuse nel mio sconfinato archivio.
- Matteo Renzi è un rottamatore da rottamare. Ha messo una pietra tombale sulla cultura a Firenze. È arrivato, giovane e pimpante, ha ammazzato tutto. Un berluschino che fa gite ad Arcore.
- Bisogna saper raccontare, saper vivere: ogni rapporto umano, ogni nostra forma d’espressione non può prescindere dalla misura. Social compresi.
- Berlusconi ha inculcato il qualunquismo e l’opportunismo dentro ognuno di noi. Ho anche una canzone nel cassetto che si intitola Tutta colpa di Silvio. Prima o poi la tirerò fuori… Oggi però si preferisce parlare dei fattacci dei Ferragnez.
- Io contro la guerra ci sto da quella nei Balcani, e perdonami ma io non me lo dimentico chi è Putin: la Siria, Beslan, l’orrore che ha seminato ovunque. E non scordo neanche l’incredibile escalation di errori dell’Occidente nei confronti di questo maledetto dittatore. E parlo anche, ma non solo, di quelli che son partiti da qui per andare a leccargli il culo.
- La corsa, il movimento porta a imprevisti, insuccessi, vittorie, crisi, demotivazioni, sbagli nel prendere la strada giusta. E ti rendi conto che quello che conta più del traguardo è il percorso, il modo in cui affronti tutto. A me fanno ridere e rabbrividire quando i miei colleghi parlano di carriera. Un artista fa un percorso di scoperta, rinunce, rischi, non va a lavorare in posta o in banca. Loro hanno una carriera, il nostro è un viaggio.
- Non ho mai scritto una canzone per calcolo ma solo per l’urgenza di esprimermi, dire la mia, raccontare. Se vivo momenti eccitanti sono fertile e prolifico, se mi annoio non riesco neanche a prendere la penna in mano, figuriamoci la chitarra. Non so muovermi strategicamente per riuscire a farmi notare di più e neanche mi interessa. Io ho sempre bisogno di stimoli, di essere bombardato, questa è l’unica cosa che conta per me.
- Devi prenderti per il culo. Non sai quanto è bello farlo, quanto è fondamentale. Anche perché ti consente di prendere per il culo tutti gli altri.